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L’evoluzione della disciplina urbanistica ha visto emergere progressivamente modelli fondati su una netta separazione tra la fase della conoscenza e quella delle scelte, con un ruolo sempre più determinante per un terzo passaggio, la valutazione, quale raccordo critico tra le due. L’imporsi nel dibattito del tema del consumo di suolo ha parzialmente modificato questo schema, trasformando un tradizionale strumento di verifica e monitoraggio nell’obiettivo strategico prioritario delle politiche di governo del
territorio. Ciò avrebbe richiesto un ripensamento radicale dell’approccio al tema, come confermano anche i risultati assai deludenti delle politiche poste in atto finora. Il presente paper si propone di indagare le ragioni di metodo e di merito che hanno concorso al sostanziale fallimento delle politiche di contenimento del consumo di suolo, concentrandosi soprattutto su due aspetti:
la comprensione delle cause strutturali del fenomeno e l’efficacia degli strumenti di conoscenza e monitoraggio. In riferimento a quest’ultimo punto, vengono in particolare spiegate e illustrate, anche con esempi applicativi, le peculiarità e le potenzialità che le banche dati catastali e dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare potrebbero avere nella costruzione di quadri conoscitivi funzionali alla pianificazione urbanistica e territoriale.